L’importanza dell’educazione fisica a scuola

C’è chi la ama e chi la odia, ma ogni studente è concorde: l’educazione fisica a scuola non è come le altre materie. Anziché richiedere ore e ore sedute tra i banchi, ad ascoltare, scrivere e rispondere, permette di alzarsi, uscire dall’aula e sfogarsi. Ma l’educazione fisica non è solo un’occasione per liberarsi dai banchi. Mira infatti ad abituare all’attività fisica e a prendere coscienza di sé e del proprio corpo.

Una via verso un corpo sano

Iniziamo con il motivo più ovvio per cui l’educazione fisica è così importante: aiuta a mantenere un corpo sano. In un’epoca in cui i videogiochi e i dispositivi digitali sembrano prendere il sopravvento, l’educazione fisica incoraggia a muoversi e ad essere attivi. I giochi sportivi insegnano a coordinare i movimenti, a migliorare l’agilità e a sviluppare la forza.

Quando si partecipa a lezioni di educazione fisica, si sta effettivamente investendo nel futuro. Uno stile di vita attivo è associato a una migliore salute cardiovascolare, a un aumento della resistenza e a un minor rischio di obesità. Ecco perché, anziché lamentarsi quando l’insegnante chiede di correre qualche giro in più, dovremmo in realtà ringraziarli perché aiutano a costruire un futuro più sano.

Chi ha inventato l’educazione fisica?

L’idea di allenare il corpo assieme al cervello ha origini antichissime. I programmi di educazione greci e romani già prevedevano sessioni sportive affiancate agli studi teorici. Idem per i secoli successivi, in cui l’addestramento fisico/militare prendeva gran parte delle giornate educative dei giovani ragazzi (per le ragazze, invece, la storia era differente…)

L’idea di inserire l’attività fisica nell’educazione degli alunni non per fini militari, ma medici, iniziò ad emergere in Francia con l’Illuminismo. Da lì, si diffuse nel resto dell’Europa, che manco a dirlo lo esportò in tutto il mondo durante il periodo coloniale.

Nella penisola italica, si parla di “Ginnastica” già nella Legge Casati del 1859 (si era ancora sotto il Regno di Sardegna). Varie leggi successive, anche quando integrate nei codici del neonato Regno d’Italia, ne recepirono le indicazioni a rendere l’attività sportiva scolastica qualcosa di educativo. L’obbligo, a quei tempi, era solo per i maschi.

Dal 1910 si parla di “educazione fisica”, una materia con pari dignità delle altre e volta a “costruire la fibra” fisica e morale degli alunni. L’idea pedagogica, infatti, è fondere forza fisica e morale. Nei decenni successivi l’insegnamento obbligatorio venne aperto anche alle femmine, e la materia perse la connotazione militaristica di “preparazione della tempra dell’individuo”. Inoltre, è stata orientata maggiormente alle linee guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per promuovere la salute fisica e psichica attraverso lo sport.

Dal 2010, la materia ha cambiato nome in “Scienze Motorie e Sportive”, per allinearsi a ciò che viene insegnato in Università ai futuri insegnanti, ma le discussioni sul nome sono ancora aperte. Noi, per semplicità, continuiamo a scrivere di “educazione fisica”.

La mente e il corpo

Come già scritto, la finalità principale dell’educazione fisica è far sgambettare un po’ chi passa ore sui banchi, promuovendo il benessere del corpo. Ma non finisce qua! Lo sport, si sa, ha un impatto significativo sulla nostra mente: durante l’attività fisica, il cervello rilascia endorfine, sostanze chimiche che ci fanno sentire felici e meno stressati. Quindi, quando ci alleniamo o giochiamo a pallavolo con gli amici, stiamo anche allenando la nostra testa ad essere più felice e rilassata. 

Inoltre, l’attività fisica dà agli studenti la possibilità di liberare lo stress accumulato e di riprendere gli studi con una mente più chiara e concentrata. Quando tornano in classe dopo un’ora di educazione fisica, sono in genere più energici e pronti ad affrontare nuovi compiti. Quindi, non solo aiuta il corpo e la mente, ma può anche migliorare le performance negli studi.

Infine, l’educazione fisica insegna importanti lezioni di vita come la collaborazione, la competizione leale e il rispetto per gli altri. Questi sono aspetti cruciali per costruire relazioni sane e per affrontare le sfide che la vita ci pone di fronte.

Scoprire una passione che dura una vita

Un altro aspetto da non sottovalutare, è che l’educazione fisica può anche aiutare a scoprire una passione che dura per tutta la vita. Durante le lezioni, si possono infatti provare diversi sport e attività. Gli studenti hanno quindi la possibilità di sperimentare e scoprire un nuovo amore sportivo, come il calcio, il basket, il nuoto o lo yoga. Queste passioni possono diventare una parte importante della vita futura, portandoli a rimanere attivi anche dopo aver lasciato la scuola.

Inoltre, il mondo dello sport offre infinite opportunità, dalle squadre amatoriali alle competizioni su larga scala. L’educazione fisica può essere il punto di partenza per una carriera in questa direzione, sia come atleti che come allenatori, arbitri o fisioterapisti.

Attenzione ai segnali

Per un genitore, non è mai facile stare dietro a tutti i segnali dei figli. Nonostante le due ore di sport siano generalmente ben volute dalla maggior parte degli scolari, possono esserci casi di rifiuto. A volte si tratta semplicemente di preferenze personali: non tutte siamo uguali, e a qualcuna potrebbe semplicemente stare antipatico sgambettare. In questo caso, però, potrebbe essere utile chiedere almeno di provare, perché, come si è detto, è importante abituare bambine e adolescenti a un sano rapporto con lo sport che possano portare anche da grandi.

Altre volte, invece, dietro un rifiuto potrebbero esserci disagi a cui stare attenti. Se gestito male, lo sport può diventare terreno di competizione eccessiva, comparazioni eccessive con i pari o bullismo. È certamente compito degli insegnanti badare che questi episodi non accadano, ma anche i genitori hanno una loro parte da fare per sostenere i figli. Se questi dovessero rifiutarsi o accampare scuse, chiediamoci perché.

Riassuntone

In sintesi, l’educazione fisica a scuola non è solo un’ora di divertimento, ma una parte fondamentale dell’educazione di bambini e ragazze. Insegna a mantenere un corpo sano, a coltivare una mente felice, a gestire lo stress accademico e a scoprire passioni che potrebbero accompagnarli per tutta la vita. Niente scuse, saltarla non è una buona idea: corpo e mente ringrazieranno!

Bibliografia

[1] KIRK, David, et al. Handbook of physical education. Handbook of Physical Education, 2006, 1-864.

[2] Valerio G. et al, “Guida alla attività fisica per la salute, per i docenti della scuola primaria”, salute.gov.it, 2012

[3] BAILEY, Richard, et al. The educational benefits claimed for physical education and school sport: an academic review. Research papers in education, 2009, 24.1: 1-27.

[4] Legge 7 luglio 1878, n. 4442

[5] EDUCATION, Including Physical. The association between school-based physical activity, including physical education, and academic performance. 2010.

[6] HARDMAN, Ken. Physical education in schools: a global perspective. Kinesiology, 2008, 40.1.