Diastasi addominale e allenamento post parto per il recupero del pavimento pelvico

Diastasi addominale

Un problema non solo da mamme!

Chiunque abbia partorito è venuto a conoscenza della diastasi addominale, ciò che molto spesso si ignora o che, quantomeno, si sottovaluta, è il fatto che la diastasi sia un rischio anche per gli uomini e in generale per chiunque venga sottoposto ad una dilatazione della parete addominale protratta per lungo periodo. Ma partiamo dalle definizioni:

per diastasi si intende la separazione fra due parti ossee o muscolari che di solito appaiono contigue.

La diastasi più nota è sicuramente la diastasi dei retti dell’addome ossia quella condizione in cui la linea alba si allarga dividendo, di fatto, il muscolo retto dell’addome di destra da quello di sinistra. In presenza di diastasi addominale quindi si può apprezzare un avvallamento proprio al centro dell’addome che, nei casi più gravi, può portare anche a erniazione dei visceri sottostanti. Oltre alla questione estetica, dovremmo preoccuparci della questione funzionale che questa condizione può regalarci.

Infatti, il muscolo retto dell’addome svolge diverse funzioni che possono essere condizionate dalla diastasi:

  • collega il torace al bacino garantendo stabilità anteriore alla colonna
  • contiene i visceri
  • ci impedisce di cadere all’indietro in caso di insulti anteriori
  • incide sulla respirazione abbassando le coste
  • flette il busto sul bacino e il bacino sul busto
  • favorisce la retroversione
  • aumenta la pressione addominale incidendo sul pavimento pelvico

Una disfunzione del retto dell’addome può compromettere la funzionalità della respirazione, del pavimento pelvico, la funzionalità intestinale e quella lombo sacrale. Come dicevamo prima, una dilatazione addominale repentina e protratta nel tempo può causare diastasi, ma anche un uso improprio dell’addome durante gli sforzi o durante gli allenamenti. Infatti, tossire, urlare, spostare pesi o fare gli addominali spingendo la pancia in fuori può compromettere l’integrità della parete addominale.

Ovviamente le donne in gravidanza sono le più esposte perché ogni donna durante la gestazione subisce diastasi dei retti. L’apertura della linea alba è funzionale alla crescita della pancia. Il dato sconcertante è che la diastasi permane dopo la gravidanza nel 30% delle donne e questo a causa di una mancanza di percezione della parete addominale e ad un uso improprio della stessa.

Check della diastasi

Se hai partorito da poco puoi controllare lo stato della tua diastasi sdraiandoti a pancia in sù e sollevando la testa e le spalle da terra nella famosa posizione “crunch”. A questo punto appoggia due dita al centro dell’addome appena sotto lo sterno. Se sotto le dita senti una parete unica e resistente non preoccuparti, se invece sotto le dita senti un buco più o meno grande o, al contrario, senti come una bolla spingere contro le tue dita allora è il caso di rivolgerti al tuo medico di fiducia. È importante rivolgersi al proprio medico perché accerterà la presenza di diastasi presumibilmente prescrivendoti un’ecografia della zona con la quale determinerà l’effettiva distanza fra i retti. Infatti è da considerarsi fisiologica una distanza fra i retti fino a 2.5 cm, mentre è grave una diastasi superiore ai 5.5 cm. A seconda della distanza fra i retti il medico consiglierà di rivolgersi ad un medico chirurgo o ad un professionista della riabilitazione.

Il mio consiglio è comunque quello di ritagliare un po’ di tempo per la rieducazione, che al di là del risultato estetico, vi garantirà un risultato funzionale. Dopo una gravidanza tutta la parete addominale ha bisogno di una ri-imparare a lavorare, sottovalutare la situazione potrebbe comunque condurvi a svariati disturbi più o meno cronici come mal di schiena, problemi respiratori, problemi uro-genitali, gonfiore, stipsi, crampi addominali, incontinenza, aerofagia, inappetenza, nausea o difficoltà digestive. Inoltre usa diastasi lieve, inferiore ai 2,5 cm, può sempre aggravarsi, aumentare le sue dimensioni e causare ernie addominali e/o ombelicali.

Chi rischia di più?

Ovviamente ci sono dei fattori predisponenti al permanere della diastasi come l’età: infatti i tessuti più attempati sono generalmente meno elastici e quindi più sfavoriti nel ritorno alla normalità. Anche avere gravidanze ravvicinate e avere una pancia particolarmente pesante e grande come nei casi di gravidanze gemellari incide. Senza scordare i problemi posturali legati alla mobilità di schiena e bacino, le predisposizioni genetiche e lo scarso controllo addominale.

Cosa puoi fare fin da subito?

  1. Ricordarti della tua parete addominale in ogni momento della tua vita: percepire e muovere il tuo addome a favore del recupero in ogni momento della giornata, non solo durante la fisioterapia o l’allenamento in palestra è la chiave per avere un corpo senza dolore e un vitino da vespa. Tenere la pancia in dentro durante ogni tuo gesto garantirà stabilità all’addome che si tradurrà in benessere per la schiena e per tutti gli apparati sopracitati.
  2. Impara a muoverti meglio: spostare pesi nel modo giusto, respirare correttamente, sollevare il neonato adeguatamente possono evitare sforzi eccessivi alla tua parete addominale.
  3. Previeni: non ricordarti dell’addome quando il bimbo comincia a camminare, ma pensaci subito e con subito intendo nelle 24 ore post parto. Informati sulle possibili azioni da svolgere nell’immediato post parto come le respirazioni diaframmatiche e le contrazioni isometriche.

Intervenire entro i primi 5 mesi post parto con esercizi specifici può essere determinante.

Cosa invece è il caso di evitare come la peste:

  • no allo stretching passivo o contro resistenza che porti la parete addominale in eccessivo allungamento ( es: la posizione del ponte)
  • no a tutti gli sforzi che la tua parete addominale non è in grado di sostenere, come accorgertene? Se per fare lo sforzo in questione spingi la pancia in fuori, non farlo.
  • no all’immobilità: la gravidanza è uno stato fisiologico, non patologico. Mamma gatta salta su e giù dagli alberi anche durante gli ultimi giorni di gestazione. Ecco magari non metterti a fare la tigre della malesia proprio durante questo periodo della vita, ma stare eccessivamente ferma e a riposo, salvo che sia richiesto da particolari condizioni cliniche, non è una grande idea.

E per gli uomini?

Valgono gli stessi discorsi: una diastasi addominale è data da una dilatazione addominale associata ad uno scarso controllo della muscolatura di tutta la zona. Rivolgiti al medico per accertarne causa e gravità e poi procedi rivolgendoti ad un terapista per imparare a muovere meglio il tuo corpo nello spazio e a controllare l’espansione addominale.

E, soprattutto, se tua moglie è incinta, falle leggere questo articolo.