Riprendere lo sport nonostante il crociato

Riprendere lo sport nonostante il crociato

Quel malefico “crack” al ginocchio, il dolore, la paura di non poter più riprendere l’attività sportiva: la rottura del crociato è uno spauracchio per tutti gli sportivi, specialmente gli agonisti. Al punto da venire immortalato anche nel manga “Blue Lock”, a cui la nazionale di calcio giapponese ha dedicato la maglia dei Mondiali: uno dei personaggi principali deve vincere la sua paura di correre, dopo un infortunio al crociato, per tornare a vincere le partite.

Fantascienza giapponese, oppure realtà?

Brevissima anatomia del crociato

Il legamento crociato si distingue in anteriore e posteriore. Il legamento posteriore è particolarmente spesso e resistente: la sua rottura è piuttosto rara (solo il 10% tra tutte le lesioni del ginocchio) e di natura traumatica (incidenti automobilistici, urti violenti). Normalmente, il legamento crociato posteriore guarisce bene dopo un po’ di fisioterapia.

Diverso è il caso del legamento crociato anteriore, il “crociato” per antonomasia. Esso si attacca a femore e tibia, supportando e stabilizzando l’articolazione del ginocchio. In pratica, “controlla” i movimenti del ginocchio, che senza questa struttura legamentosa si renderebbe protagonista di movimenti eccessivi, anomali e incontrollati, che potrebbero danneggiare le porzioni di femore e tibia coinvolte nell’articolazione.

La rottura del crociato

A seguito di forti distorsioni o traumi, il crociato anteriore può lacerarsi. La lacerazione è spesso sentita come un vero e proprio evento di rottura, un “crack” interno che l’atleta subisce immediatamente, accompagnato da forte dolore, gonfiore e instabilità del ginocchio. Si tratta di un infortunio grave, che spesso pregiudica il movimento dell’intero arto inferiore.

Di fatto, una persona con il crociato lesionato non ha possibilità di muoversi, correre, saltare o caricare peso sul ginocchio. Data la scarsa vascolarizzazione, inoltre, il crociato non ha la possibilità di ripararsi autonomamente e consentire un pieno recupero delle attività precedenti. L’intervento chirurgico è quindi l’unica modalità per riprendere il pieno utilizzo del ginocchio.

È possibile tornare a fare sport?

Sì: la scienza medica, ormai, ha fatto passi da gigante e, dopo un intervento chirurgico di ricostruzione del legamento crociato anteriore, è possibile tornare a qualsiasi sport e a qualsiasi livello, anche agonistico. L’intervento chirurgico è quindi indispensabile per chi voglia tornare alla pratica di attività sportive in cui vi siano movimenti di rotazione e di sollecitazione del ginocchio, soprattutto se ad alto livello.

In alcuni casi eccezionali – ad esempio se la lacerazione è eccessivamente profonda, o se il legamento è deteriorato a causa di usura o età – si può procedere con il trapianto di un legamento da donatore.

La chirurgia, però, non può fare nulla senza l’applicazione di buona volontà dell’atleta. I tempi di recupero, infatti, non sono cortissimi, e l’aspetto psicologico gioca un ruolo centrale.

Subito dopo l’intervento, si deve tener conto di utilizzare per almeno una ventina di giorni le stampelle, per poi lasciarle gradualmente.

Dopodiché parte il percorso di fisioterapia, che mira innanzitutto a recuperare la mobilità del ginocchio, inizialmente l’estensione e poi la flessione, che si recupera in media dopo un mesetto e mezzo.

Successivamente, il percorso di fisioterapia si occupa di ripristinare la forza muscolare: saranno i muscoli della gamba ad aiutare il legamento a gestire il ginocchio e il peso del corpo; inoltre, saranno piuttosto fiacchi per via dell’inattività, quindi vanno rimessi in moto.

L’ultima fase della fisioterapia è il ripristino della propriocezione, ossia dei sistemi automatici di gestione dell’equilibrio in varie situazioni e su vari terreni.

Ogni fase va gestita in maniera graduale, partendo con esercizi semplici e leggeri, e aumentando via via la complessità e il carico. Data la delicatezza del trattamento, vanno seguite da un fisioterapista, che saprà adattare gli stimoli a seconda dei progressi del paziente.

Se tutto procede bene, verso l’ottavo mese si può iniziare a correre, anche in questo caso procedendo per gradi e seguendo le indicazioni dell’ortopedico e/o del fisioterapista. Nel giro di un anno, l’atleta amatoriale dovrebbe avere recuperato a sufficienza per poter tornare a praticare il suo sport preferito.

L’aspetto psicologico

Fattori psicologici, come la motivazione, la confidenza, l’ottimismo e la scarsa paura, sono associati a una probabilità maggiore di riprendere l’attività sportiva al livello pre-infortunio. Per questo è importantissimo valutare e prestare attenzione anche a questi aspetti. Essere certi di avere rispettato i tempi e le indicazioni dei medici può già essere un fattore rassicurante.

Anche l’impiego di un tutore può rappresentare una forma di “tranquillità” mentale. Tutori troppo ingombranti sono però di impaccio nell’esecuzione di alcuni gesti tecnici. In generale, il tutore può dare un supporto propriocettivo iniziale, ma l’atleta deve comprendere che non sarà un supporto esterno a fare tutto il lavoro dell’articolazione, ma che dovrà continuare a lavorarci su per essere indipendente.

Se non sei ancora convinta, qualche dato potrà forse aiutarti ad avere fiducia nell’intervento e nel tuo ginocchio: gli studi medici garantiscono il ritorno completo all’attività sportiva e un rischio di secondo infortunio molto basso, attorno al 15%, strettamente legato alla pericolosità e intensità dello sport. Certamente, tornare a fare sci di discesa, che già ha un rischio molto alto di infortunio, potrebbe essere un attimo azzardato nei primi mesi successivi alla riabilitazione, ma anche quello si può godere nuovamente prestando un pizzico più di attenzione.

In conclusione: rispetta i tuoi tempi di recupero

Per un atleta amatoriale, si consiglia spesso di restare fermi per almeno un annetto dall’attività sportiva, sostituendola gradualmente con allenamenti a bassa intensità così da ridurre al minimo le possibilità di una ricaduta.

Ricorda che non ha senso fare paragoni con calciatori professionisti, che magari rientrano a giocare dopo solo cinque mesi: sono atleti d’élite, per quanto riguarda la preparazione fisica e atletica, e sono seguiti da staff tecnici preparatissimi e al servizio 24h; e anche loro rischiano comunque di reinfortunarsi molto velocemente. Piuttosto, rispetta i tempi di recupero del tuo corpo, e non stupirti se non riuscirai subito a tornare alle vecchie prestazioni: sei comunque stata ferma per quasi un anno. Rimettiti in carreggiata e i risultati torneranno presto!

Bibliografia

[1] Humanitas, “Ginocchio, tornare a fare sport dopo la rottura del crociato”, https://www.gavazzeni.it/news/ginocchio-tornare-a-fare-sport-dopo-la-rottura-del-crociato/, 07/09/2021

[2] Kine-fisio, “Il ritorno allo sport dopo ricostruzione del legamento crociato anteriore: qual è il momento giusto?”, https://www.kine-fisio.it/2022/03/21/recupero-post-intervento-crociato/, 21/03/2022

[3] Ardern, Clare L., et al. “Sports participation 2 years after anterior cruciate ligament reconstruction in athletes who had not returned to sport at 1 year: a prospective follow-up of physical function and psychological factors in 122 athletes.” The American journal of sports medicine 43.4 (2015): 848-856.

[4] P. Mantoan, “Legamento crociato anteriore e ritorno allo sport”, Humanitas Medical Care, 26/05/2021

[5] Duthon, V. B., et al. “Anatomy of the anterior cruciate ligament.” Knee surgery, sports traumatology, arthroscopy 14 (2006): 204-213.